venerdì 7 febbraio 2014

Fumetti cosmici tra Big Bang, Teologia e creazionismo

Nel  ventesimo secolo  due rivoluzioni scientifiche  hanno cambiato per sempre non solo la nostra conoscenza della natura, ma anche il modo con cui possiamo interagire con esso tramite macchine e strumenti: se da un lato la teoria della Relatività  Einstein ha spalancato la porta verso una  comprensione più profonda dell'universo giungendo fin quasi ai suoi primi istanti di vita, dall'altro la Meccanica quantistica ha  consentito di comprendere ed intervenire nel mondo microscopico nonostante le sue apparentemente bizzarre regole.
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Einstein ed Hubble nel fumetto Cosmicomic, di Balbi e Piccioni (qui un'anteprima)
Cosmicomic, un fumetto scritto da   Amedeo Balbi  e disegnato da Rossano Piccioni ripercorre le tappe essenziali del difficile e tortuoso processo investigativo che ci ha  consentito di comprendere la natura del cosmo e delle sue origini.  Al di là di una esposizione chiara e scorrevole, unita ad un  tratto pulito ed essenzale, uno dei pregi del fumetto è che coglie l'aspetto umano di Einstein, Hubble e gli altri protagonisti, rimarcando come anche la scienza sia  un processo umanistico e i personaggi siano  degli investigatori dell'ignoto, ciascuno con un proprio intuito, opinioni e sensazioni piuttosto che  freddi automi come si è spesso portati a pensare.
La scoperta del Big Bang è  un esempio da manuale dell'importanza del ruolo rivestito  nella ricerca scientifica dal giudizio  personale e dai valori filosofici e/o religiosi degli scienziati. Non stiamo ovviamente parlando  del relativismo 2.0 di facebook o dei recenti folli casi di pseudomedicina, ma del fatto che le indagini scientifiche siano spesso coadiuvate  da intuito e sensazioni non suffragate immediatamente dai dati.
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